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Un'Italiana Agli Antipodi

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Un'Italiana Agli Antipodi

In un susseguirsi di emozioni e situazioni al limite dell’incredibile, “Un’Italiana Agli Antipodi” racconta i trentadue anni di vita di una giovane donna italiana, Cloris De Matteis, partendo da Stresa sul Lago Maggiore a Sydney e ritorno. Cloris ha avuto un’infanzia e adolescenza difficili, non essendo mai stata né amata né considerata dai suoi genitori, che favoriscono invece gli altri due figli. È proprio questa mancanza di affetto e attenzione che la fa sposare per uscire da una situazione famigliare intollerabile e che la porterà a emigrare in Australia insieme al marito Pierantonio e al figlioletto di due anni, Patrizio. La storia ha inizio nel 1968 dalla partenza dal porto di Genova sulla nave di linea, la Guglielmo Marconi, che condurrà Cloris e la sua famiglia in Australia.

Dopo due settimane dal loro arrivo, Cloris contrae una forma di epatite virale che la costringe a letto per più di tre mesi. Cloris si sente impotente e sfiduciata; riuscirà mai a fare parte di questo nuovo mondo? A peggiorare la situazione, il marito Pierantonio comincia a rivelarsi per ciò che è realmente: un uomo grossolano, estremamente egoista, che non cambia il suo atteggiamento menefreghista incurante, neanche dopo la nascita del secondo figlio Damiano. La sua figura di padre e marito assente, agevola e spinge Cloris tra le braccia di un amico di famiglia. Questa decisione si rivela purtroppo sbagliatissima. Affranta e sofferente, Cloris decide di lasciare quella vita e di tornare in Italia, ma l’aiuto che si aspettava dalla famiglia viene a mancare; in sostanza la madre rifiuta di ospitarla per un po’ di tempo nel suo immenso appartamento dove vive sola, e il resto della famiglia è insensibile al grido di aiuto della giovane donna. Cloris si deve arrangiare da sola ed è costretta, suo malgrado, a continuare la sua vita in Australia. Dopo due anni difficili, incontra un altro uomo, Federico, amministratore della Ferrero in Australia. Quest’ultimo si dimostrerà freddo e calcolatore, un uomo capace di sposarla solo per ottenere la residenza in Australia. In tutti quegli anni Cloris ha sempre lavorato per mantenere se stessa e i suoi due bambini, giacché nessuno dei suoi due mariti se ne è mai preoccupato. Dopo la separazione dal secondo marito, Cloris si ritrova sola sulle famose Montagne Blu, due ore a ovest di Sydney, dove Federico l’aveva portata, sradicandola da Sidney per poter essere più vicino alla fabbrica della Ferrero di Lithgow. A Blackheath nel paese dove abitano, avevano aperto un ristorante che lui amministrava, ma che a causa della sua avidità, dopo tre anni dall’apertura Cloris deve chiudere per mancanza di fondi.

Subito dopo Cloris incontra un altro uomo, Schultz, un prussiano alto due metri, che la corteggia intensamente. Pur essendo molto restia, Cloris temporeggia, ma poi acconsente e inizia una relazione con lui. Nel frattempo decide di ritornare a Sidney ma, giunta in città si rende conto che la metropoli non e’ piu’ quella di una volta e per questioni di salute, si trasferisce con i due ragazzi a 1000 km a nord nel Queensland, nella famosa Sunshine Coast. Appena insediati a Noosa Heads, Cloris decide di lasciare anche Schultz, avendo saputo che lui l’ha tradita durante un viaggio in Europa.

Cloris torna spesso in Italia, ma si trova a dover fare i conti con la gelida accoglienza della famiglia che, di fatto, continua a trattarla male; l’hanno sempre trattata male. La sorella maggiore con la sua malignità e cattiveria la perseguita come ha sempre fatto, rendendole la vita difficile. Il fratello minore si rivela sempre più per un uomo irresponsabile, superficiale e perditempo, che trascura la moglie e le figlie nel suo continuo rincorrere le donne. Tale padre, tale figlio. Il padre è in definitiva un padre disattento e amorfo per niente toccato dalle visite della figlia, che mal sopporta e mal riceve. A causa di questa situazione esasperata, cui subentra la morte della madre – alla quale Cloris si era riavvicinata negli ultimi anni – Cloris decide di non tornare più in Italia per la sua famiglia.

Dopo qualche anno a Noosa Heads, incontra Jeremy, un AA australiano dal grande potere di persuasione che, in breve tempo, la convince a formare una società con lui e a stringere un rapporto sentimentale. Cloris vende il suo ristorante, poiché lui essendo appena uscito da una liquidazione, non ha un becco di un quattrino. Dopo due anni, Cloris si accorge sgomenta che i suoi soldi sono finiti e il progetto è ancora lontano dall’essere attuato. Jeremy la costringe ad accettare la fusione con un altro socio nella società, un certo Malcom che è americano e anche lui un AA. Sebbene il progetto sia validissimo, la società va subito in rovina per la mancanza di onestà dei due soci, che agiscono in maniera fraudolenta. Votano Cloris fuori dalla società come socia, per non dover ripagare i soldi da lei investiti. Dopo pochi mesi della loro gestione, la ditta è insolvente. Cloris non ha alcuna colpa, ma i soci decidono di accusarla di tutte le cose andate storte e in seguito ai loro loschi raggiri lei perde tutto il suo investimento. A ciò si aggiunge lo smacco ignobile di essere trascinata in tribunale, per due “Protection Order” dove i due delinquenti la dipingono come una donna disonesta, pazza e violenta. In realtà, Cloris avrebbe potuto servire un “Protection Order” a Jeremy poiché questi negli ultimi tempi della loro relazione, l’aveva malmenata crudelmente, ma non l’ha fatto per non esacerbare la situazione già alquanto precaria. Andando in tribunale per difendersi dalle false accuse, per la prima volta, Cloris capisce che tutto quanto ha letto sui giornali riguardo alla corruzione e al razzismo che imperversano nei tribunali del Queensland, è una triste verità. Le sue deposizioni dei fatti, peraltro avvalorate da prove documentate, anche con l’aiuto del suo avvocato, non riescono ad avere alcun peso in tribunale. I magistrati non le vogliono neanche vedere. Dopo due anni di ridicole accuse e assurdi verdetti, un magistrato dichiara esplicitamente in tribunale che lei è «Italiana e latina, perciò diversa dagli altri due testimoni che sono australiani», che in tutta onestà stavano solo dichiarando il falso.

Proprio in quel periodo il ricco padre di Cloris muore tragicamente. Un padre Cloris ricorda sbigottita, che aveva tentato di violentarla quando lei era diciassettenne. Il fratello e la sorella decidono di estrometterla dall’eredità. Dopo due anni di battaglie legali costosissime, Cloris informa il suo avvocato italiano di lasciare perdere e di accettare qualsiasi cosa i fratelli vogliano darle, che è molto poco. Cloris non crede piu’ nella giustizia, dopo essere andata dentro e fuori dai tribunali per due anni e mezzo, perdente su tutti fronti, nell’anno 2000 dopo ben trentadue anni, Cloris decide di cambiare nuovamente vita e lasciare definitivamente l’Australia. Lascia la sua proprietà, vende i mobili e le suppellettili, saluta i figli, gli amici e l’adorato gatto Ciccino e riprende la strada di casa, per modo di dire… lei in Italia non ha più nessuno che sia degno di essere chiamato “famiglia”. Cloris ritorna in Italia perche non ha un’altra patria a disposizione.


Una narrazione fluida, brillante e avvincente, che affascina il lettore con un susseguirsi di eventi e avversità che Cloris affronta con la tenacia di una vera arietina. La storia di una donna che ha da sempre cercato l’amore, prima dalla sua famiglia e poi dagli uomini che sono entrati nella sua vita, senza mai trovarlo. Un libro schietto, pervaso dalla dettagliata accuratezza della memoria cristallina di Cloris nel ricordare persone e avvenimenti che hanno caratterizzato i suoi trentadue anni di permanenza in Australia. Cloris ha la straordinaria abilità di fare vivere al lettore quelle emozioni che un tempo erano solo sue, portando in vita, con la sua abilità osservativa e descrittiva, i personaggi e i fatti nei suoi racconti. Inoltre lo conduce nei luoghi da lei visitati negli anni, facendolo partecipe dei suoi viaggi rocamboleschi, per non dire tragicomici.

Un racconto avvincente, umano, disperato, allegro, malinconico, esuberante, in cui ogni parola scritta ha il pregio di essere vera.

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